lunedì 18 giugno 2018

VERBANIA - PASSO DELLO STELVIO - VENEZIA

1° giorno
Simo carico come uno sherpa, traghetto, sonno e gioia, val cuvia, stradoni, muro al 13 pronti via per ponte tresa, subito un bel test dei pesi, discesone, aria fresca e rendez vouz con l’Ing al valico, brioches e via in Svizzera, Lugano e il suo benessere fa a pugni con noi. Si scodinzola con le borse da bikepacking, Menaggio ed è già quasi rissa, fine del lago di Como, non c’è più acqua in basso inizia acqua dall’alto, fradici. Pausa pranzo, tanta pasta unta. E via! si mena, vento a favore si entra in Valtellina, 40 all’ora, diluvio, vento e strada con le buche, foratura. Pitstop in una vecchia cascina. 40 all’ora again, 2ª foratura, Sondrio manco l’abbiamo cagata, noi puntiamo Tirano. Pioggia, piedi bagnati in scarpe caldo umide, fastidio. In piazza a Tirano sembra di essere al mare, piedi nudi su selciati caldi, 160km fatti. Gelato e acqua tonica. Pausa lunga e relax dietro una chiesa. Si ride. Morale up. Dai ancora 20km ragazzi, spostiamo a Sondalo l’arrivo, inizia la salita. Ogni km in più è oro guadagnato per domani. Hotel squallido, bucato a mano, steso sul rose di ottone del lampadario. Spritz e bestemmie di chi gioca a scopa. Pizza e birra. Sfida a calciobalilla. Domani lo Stelvio da carichi fa paura. Stop.

Cosa ho imparato oggi:
se vai in bici verso est ti abbronzi solo il lato dx.



2º giorno
siamo in una condizione che sembra avere del miracoloso, non mi stupirei se uno di noi tre iniziasse a lacrimare sangue. Oggi 210km e 2300mt+ a 25 di media. Da Sondalo a Bormio 1 h di avvicinamento,
poi salita vera al passo dello Stelvio, 2700mt, pelle d’oca in cima, emozione vera. Salita mangiata in un ora e 45, nubi e nebbia, davvero un passo che sa di storia del ciclismo. Té caldo, giacca e giù a cannone verso Prato allo Stelvio, la valle è un lungo piano inclinato tra meleti infiniti e noi siamo 3 biglie che scendo costanti a 40/45 ora. Si viaggia che è una bellezza. Pioggia fine continua ci picchietta addosso dalla fine della discesa, non molla mai... Passiamo Merano nell’indifferenza, via dritti su Bolzano, pausa pranzo al supermercato, obiettivo minimo era arrivare a Merano o tuttalpiù Bolzano. Arriviamo alla seconda delle due, la più lontana, 150km fatti, stanchi e bagnati, non troviamo posti economici dove dormire, però il cielo si apre e domani danno acqua. Allora via! Non hai voglia di farti altri 65km?!? Puntiamo Trento, in un clima di non completa lucidità mentale, Mattia ride, ma ha un non so che di folle, io e Simo non parliamo più: seri e cupi.
Una scelta davvero malata. Entriamo a Trento dopo 12 ore dalla partenza. Una giornata infinita. Siamo avanti di 115km rispetto a quanto ci eravamo prefissati. Venezia è sempre più vicina.

Cosa ho imparato oggi:
siamo partiti pensando di fare del BikePacking, ma il BikePacking non lo conosciamo, il BikePacking non prevede delle follie di questo tipo, a queste medie.







3º giorno
Le campane del duomo di Trento alle 7 picchiano violente come pestavamo noi ieri sui pedali. Stanchezza vera addosso. Fuori pioggia battente che non fa venire voglia di alzarsi. Simo ha dormito in un parco giochi e ci sta raggiungendo per la colazione. Arriva fradicio. È davvero punk. Mangiamo con avarizia e poi via. La pioggia cala ma la prendiamo tutta prima di capire quale strada ci porta in alto verso la val Sugana. Gambe intorpidite e stanche ma si spinge. Un mio amico di FB sa che passeremo dal suo paese e ci offre aperitivo e pranzo, che belli questi gesti!! Grazie davvero Ildebrando Lazzarotto!!
Ripartiamo alle 14 e puntiamo tutto quello che abbiamo sull’arrivo a Venezia, la strada che porta a Bassano del Grappa è una tortura, continui saliscendi, nervoso a mille, io ne sono sfiancato. Poi arriva il momento che poteva svoltare questo viaggio negativamente: Mattia sulla pista ciclabile fa un frontale con un altro ciclista, esplodono, l’Ing. per poco non vola nel fiume. L’altro picchia secco a terra e ha la peggio, sia meccanicamente che fisicamente. Niente di grave comunque. Alla fine ripartiamo... e via menare duro per uscir da sta valle. Bassano ci accoglie con un caldo importante, gelato, acqua e poi partiamo con la solita “crono a squadre” per portarci a Venezia. È lunga e fa caldo, il traffico negli ultimi 10km è asfissiante. 170km ormai, poi una ciclabile, una delle tante, brutta, grigia. Ma ad un certo punto l’orizzonte si apre di colpo. BAAM! Cielo azzurro, tramonto, Ponte della Libertà, Venezia. Brividi.
3giorni, 560km, 5000metri di dislivello, 30 ore circa in sella.

Cosa ho imparato oggi:
1 che se hai la testa, la voglia di far fatica e la determinazione, puoi far cose che sorprendono anche te stesso.
2 che dopo 30 ore in sella hai il culo più rosso dei macachi allo zoo safari di Varallo Pombia.






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