giovedì 5 marzo 2015

CRIT

Si ricomincia: Lambro Crit. Non ho voluto perdermi il primo appuntamento invernalprimaverile dei criterium milanesi. 25 febbraio, ore 19, in macchina verso la metropoli con il Parallax nel baule. A sto giro trovo coda per dei lavori dell'Expo e rischio di arrivare bellamente a partenza già avvenuta.
Via Feltre, Parco Lambro che mi accoglie nel 2015 con lo stesso odore malsano del 2014, nelle narici frazioni di acqua marcia, freddo e umidità nelle ossa. Mi vesto veloce e non so bene quanto coprirmi.
Metto le ruote sui primi viottoli del parco e già si respira Criterium:


ragazzi che si scaldano, spettatori che fumano stretti nei giacconi  e lentamente si avvicinano al circuito, tutto mi è famigliare ormai.
Mi iscrivo, ass saver come "paccogara", lo infilo nella schiena, mi scaldo un pò e sono in partenza, fortunatamente ritardata.

Tanta gente, forse come non l'ho mai vista qui. Pubblico folto e come sempre colorato. Più di 50 partenti. Sono teso e nelle prime file con i big della specialità accanto,



si parte senza un giro di perlustra. Subito ritmo elevato ma tutti molto cauti in curva. Prendo confidenza, non usavo più la fissa dalla RHC di ottobre!!  il ritmo si alza e le gambe bruciano, la gola anche, Bravini e Bruzza si staccano e se ne vanno io rimango negli inseguitori. 15 giri non passano mai, il cartello del Vetrello gira lento, scatti, scatti e altri scatti, ci alterniamo in testa a questo gruppo di una 15ina di elementi. I primi due ormai sembrano lontani e "conoscendoli", imprendibili. Ci sono altri due Cinelli con noi che sicuramente non tireranno per chiudere il gap.
Rettilineo finale, uno dei tanti non so quale, vedo il cartello dei 6 giri alla fine.



Non ce la faccio più, sono a tutta, la gamba gira molto meglio dell'anno scorso, ma non sono ancora abituato a tenere ritmi così alti per tutto questo tempo. Devo recuperare, mi metto un filo ai margini e mi faccio sfilare, rientro in coda e cerco di far scendere i battiti, faccio fatica a tenerli fuori dalle curve, non riesco a scattare come loro, ma faccio tutto il possibile per non perderli. Mi sembra di essere attaccato all'ultimo del gruppo con un elastico, accelera e io rimango lì impiantato, poi l'elastico va in tensione e piano piano rientro, prima della curva gli sono sotto. Così per un giro e mezzo, due. Poi fortunatamente il ritmo cala. Sono fuorigiri di brutto. Ci si studia e si recupera per la volata del terzo posto. Si arriva all'ultimo giro fin troppo tranquilli, siamo in tanti in questo gruppo e penso a tutto quello che dovrò fare di bello nel prossimo mese: Gravity team Day, gare di Enduro, viaggio a Londra ecc. non mi va di rischiare. Cerco comunque di stare davanti ma alle prime schermaglie pericolose mi scanso. Penultimo rettilineo e ritmo feroce, ultima curva in "protezione", mi sfila qualcuno, altri già avanti, mi alzo in piedi sui pedali e do tutto, volata, chiudo 15°. Recupero in fretta ed è un buonissimo segno, vado subito alla macchina perchè ho i piedi congelati, non li sento più.



Buone sensazioni: il motore gira meglio e più in alto, ho usato un 48x15 ma potrei provare a mettere un 14 la prossima volta, 41 di media e 54 di massima. Un ottimo allenamento in vista delle gare in MTB. Torno verso il mio lago, contento e soddisfatto, con un dolore diffuso alle gambe che mi piace un sacco. Adoro portarmi via un ricordo fisico da una serata come questa, qualcosa che il giorno dopo, nel grigiore dell'ufficio, ti riporti alla mente la fatica, la velocità e l'adrenalina della sera scorsa.

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